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011 9631718 338 7517075 simonettasecci@libero.it http://www.simonettasecci-pittrice.it www.facebook.com/Simonetta Secci www.facebook.com/Simonetta

Recensioni

Potremmo definire quest’opera, “Pensiero Riflesso” di Simonetta Secci un autentico Inno alla Natura. Con una gestualità aristocratica e una meticolosa attenzione ai particolari, l’Artista trova la soluzione compositiva più felice nel descrivere questo magnifico paesaggio. La cromia è uno specchio fedele al “già” noto, al “già” percepito.A caratterizzare quest’opera è un’armonia segnica che attraverso la stesura del colore ripercorre quei labirinti dell’Anima in cui la psiche vaga alla ricerca della sua vera identità. Un’identità che Simonetta Secci ritrova in questo suo “Pensiero Riflesso”, una proiezione del poeticamente narrato, del bello che ripropone se stesso come abbandono del caos metropolitano. L’artista trova facilmente nella Natura la sua nuova dimora che è felice di accogliere i suoi ospiti. Quindi è anche ravvisabile un velato desiderio di ritorno alla semplicità, a uno stile di vita che si basa sull’armonia e sul rispetto tra gli esseri viventi e non sulla sopraffazione reciproca e l’indifferenza. L’artista si augura che inizi presto una nuova “Età dell’Oro”, spera in una salvezza futura per tutto il genere umano. Una pittura dai significati profondi che si allontana dalla semplice figurazione, per volgere lo sguardo verso questioni più importanti che meritano la giusta attenzione da parte dello spettatore. Un modo di intendere l’arte che è parallelo alla sua positiva visione dell’ordine naturale delle cose. Effetto Arte Attraverso le opere di Simonetta Secci si ha la sensazione di essere trasportati all’interno del Cantico dei Cantici. All’interno di quell’Eden celeste che prende il nome di Paradiso. Soffuse armonie compaiono sulla tela. La costa sarda si tinge dei colori dell’estate ed è rappresentata in tutta la sua bellezza. La collina indossa il suo manto e racconta la storia dell’autunno. Vere e proprie narrazioni quelle di Simonetta Secci. Narrazioni che con il loro fare silente ci raccontano una storia. L’istante non deve far altro che sapere ascoltare questo splendido racconto visivo. In silenzio e con grande concentrazione. La storia narrata è una vera e propria ode alla natura. Alla sua bellezza e alla sua grande armonia. Salvatore Russo “La Natura con i suoi linguaggi caratterizza l’Arte di Simonetta Secci. Parchi cromatici dal sapore soave. Boschi incantati che nascondono misteriosi segreti. Paesaggi che tendono verso il bello e al tempo stesso verso l’oblio. La rappresentazione è chiara. I sentimenti nascosti dietro ad essa meno evidenti. Ciò che si percepisce è una tranquillità dello spirito. Un’armonia nella quale annullare il proprio spirito e godere di ciò che di bello la Natura ci offre.” (Salvatore Russo – BOE’ Maggio/Giugno 2010) “Si allontana dal classicismo per avvicinarsi ad una ricchezza di linguaggio artistico e armonia piuttosto personali. Paesaggi ricchi di colore spesso materico, arricchiti da una tecnica a spatola, racchiudono una carica sensuale” (Corriere dell’Arte di Torino – 2 Aprile 2010) I colori delle opere di Simonetta Secci sono delicati, i paesaggi sereni, il tratto è morbido e talora appena accennato, sufficiente a formare l'immagine nei suoi essenziali, il resto viene integrato a livello psico-visivo nel sistema mente-cervello di chi osserva. Tutto nelle opere di Simonetta Secci è rivolto alla semplicità, che non è povertà di idee o scarsità di tecnica ma ricerca solo di ciò che serve per un'espressione pittorica composta e garbata che disseta lo sguardo (F.Lucertini, febbraio 2011)
A BEAUTIFUL PHOTO THINKING ABOUT WORK  E TIME FOR A COFFEE
UNA PARTITURA MUSICALE - UN'INTENSA ESPRESSIVITÀ "L'espressività" presente nell'arte della pittrice ha un forte potenziale e a tal proposito desidero porre una citazione di Emil Cioran, noto metafisico: "Esprimere è salvarsi, anche se si pongono accenni. L'espressione è tutto, è vista anche come terapia". Tale citazione si avvicina molto all'arte della pittrice, in quanto l'espressività pittorica le permette di creare un linguaggio personale, singolare. La sua ricerca artistica si pone aldilà dell'essenzialità creando emozioni, suggestioni, idee che il mondo le suggerisce; le tematiche dell'universo pittorico spaziano seguendo un'impostazione a tratti verista e creando un mondo culturale piuttosto libero. La sua arte maggiormente figurativa è caratterizzata da contenuti profondi che colpiscono il profano e ovviamente chi possiede il senso dell'arte. Il "senso pittorico" aderisce alla realtà ricrea paesaggi naturali ed esprime la gioia e l'estasi trasmessi proprio dalla natura paesaggistica e dalla figura. L'artista si pone in ascolto della natura e dopo aver idealmente socchiuso gli occhi, crea le sue opere avvalendosi di pennellate uniche. La natura e i paesaggi diventano oggetto di un'importante rappresentazione pittorica: ogni volta che si cerca di carpire l'emozione che nasce da un suo quadro, si può notare un interessante pathos sublime.(critica a cura di Silvia Ferrara pubblicata sul suo blog "Visioni D'Arte" Gennaio 2017) http://visionidarte.blogspot.it/2017/01/una-partitura-musicale.html UN'INTENSA URGENZA INTERIORE - UN'ENERGIA PITTORICA DIROMPENTE Una nota citazione del famoso Osho Rajneesh descrive a mio parere in modo appropriato l’evoluzione artistica e “stilistica”della poliedrica Simonetta Secci: “La gente deve guardarsi negli occhi, tenersi per mano, cercare di trattenere l’energia dell’altro”. Tale aforisma pone in evidenza come il mondo pittorico della Secci sia animato da una personale “urgenza interiore”, di creare opere che sono presenti già nel suo animo. Simonetta Secci nasce ad Oristano e risiede a Sant’Antonino di Susa, in provincia di Torino: fin da piccola emerge la sua passione per l’Arte e attraverso i preziosi insegnamenti del Maestro Gianni Sesia della Merla, poco alla volta si delinea il suo percorso pittorico. Le sue partecipazioni ad eventi di notevole rilievo sono molte e proprio per porre in risalto il suo più recente periodo espositivo desidero citare l’evento “Ars Incognita 2017”, “Vette d’Arte ’18-‘19” presso Casa Olimpia di Sestriere e Art Games ’19 presso la struttura storica del Lingotto. Durante la Rassegna internazionale "Vette d'Arte 2019" a Sestriere Simonetta Secci con grande soddisfazione e onore consegue un importante premio alla Carriera. Recentemente ha anche partecipato alla "II Biennale di Gattinara" (Vc), riscuotendo un notevole successo. Per cogliere appieno il mondo pittorico di Simonetta Secci, occorre socchiudere un po’ gli occhi e avvicinarsi alle sue opere con naturalezza cercando di “percepirne la freschezza, il profumo delle "vibrazioni cromatiche”. Dunque l’importanza dei tocchi di colore è paragonabile ad una ricerca artistica emozionante e delicata: ciò che appare è una nota positiva e innovativa dell’artista e il desiderio di una comunicazione vangoghiana aldilà di ogni percorso visibile." .(critica a cura di Silvia Ferrara pubblicata sul suo blog "Visioni D'Arte" Giugno 2019 https://visionidarte.blogspot.com/2019/06/unintensa-urgenza-interiore.html Orizzonti Contemporanei – maggio 2020 recensione di Marisa Daffara all’opera “La Gentilezza” “Dotata di forte personalità artistica, Simonetta Secci propone una produzione dall’intenso impatto cromatico che è la prima caratteristica a colpire il fruitore. Colori intensi e accortamente accostati danno vita a opere opulente e magnetiche. Superata la prima fase visiva, ci si addentra alla scoperta dei particolari che caratterizzano le sue tele: prati rigogliosi di fiori, cieli intensi e variegati, notturni misteriosi, figure femminili, bimbi e animali, da cui sprigiona comunque una sottile magia. Infatti, pur nella fedeltà dei soggetti rappresentati, essi appaiono sospesi in una dimensione in cui il tempo e il luogo non hanno rilevanza e lasciano all'osservatore la libertà di immedesimazione. Le caratteristiche fino a ora esposte rendono l’intero corpus pittorico personale, autentico ed immediatamente identificabile. L’originalità e la personalità di un artista non sono sempre scontate e quando si incontra chi, oltre alla preparazione tecnica, le possiede come in questo caso, non si può che apprezzarle con rispetto e ammirazione” (Marisa Daffara) Turgore e fulgore cromatico nell’arte di Simonetta Secci Gli intendimenti artistici di Simonetta Secci si appalesano come delle vere e proprie allocuzioni tonali all’interno delle quali la gestazione e la gestione delle cromie ricoprono un ruolo di indiscussa preminenza. Muovendosi con disinvoltura nell’ambito di moduli afferenti da una figurazione dalla modulazione classica, spaziando da paesaggi contraddistinti da marcate e robuste declinazioni tonali a figure femminili dall’indiscussa valenza aforismatica, l’artista di origini sarde ma operante in Piemonte da diversi anni, predilige affidare alla spatola e ai pennelli la forza materica e lucente del colore, elevandolo al rango di protagonista delle sue opere alla stregua del soggetto preso in esame. Una volta mossi i primi passi sotto l’egida formativa dell’alto magistero di Gianni Sesia della Merla, Simonetta Secci ha dato vita nel corso degli anni a dipinti capaci di giuntare nella loro resa (facendoli coesistere armonicamente) riferimenti evenemenziali e concetti dalla squisita matrice poetico-spirituale, dove sogno, evocazione, ricordo, nostalgia e leggenda si integrano, talvolta contestualizzati in scenari in cui la definizione spaziotemporale ricopre un ruolo secondario. Detentrice di un qualificante palmarès, fra cui la partecipazione (sempre dopo rigorosa selezione) per tre edizioni consecutive alla Rassegna Artistica Internazionale “Vette d’Arte” a Sestriere, alla II Edizione della “Biennale di Gattinara” a Villa Paolotti, alla Rassegna Artistica Internazionale “Armonie Candelesi” presso la Sala degli Affreschi del Comune di Candelo, alla V Edizione di “XMas Comics”, alla XXV Edizione di “Torino Comics”, un suo pezzo dal titolo Refrigerio estivo è stato scelto come sineddoche dell’arte del presente e pubblicato sul Calendario Artistico 2019 di Orizzonti Contemporanei – Alhena Editore per il bimestre di Luglio-Agosto, così come il dipinto Malinconica attesa (esposto presso il Mausoleo della Bela Rosin di Torino ed insignito del 5° Premio nell’ambito del contest internazionale “Orizzonti d’Arte”) è stato individuato per illustrare la copertina della silloge “Attendere chiare notti” rilasciata dal poeta Paolo Androne per i tipi di Alhena Editore, a conferma del pervadente “fil rouge” che lega le scansioni iconografiche della Secci ad una visione artistica dalla matrice rarefatta e colloquiante “ab interiore” per quanto attiene ai contenuti, ma nel contempo fortemente ancorata a moduli iconografici dall’immediata leggibilità per ciò che attiene gli stilemi esecutori. Enzo Nasillo Critico d’arte Presidente di Orizzonti Contemporanei https://www.orizzonticontemporanei.it/index.php/arte/artisti/146-turgore-e-fulgore-cromatico-nell-arte-di-simonetta-secci
SIMONETTA SECCI PITTRICE
Nostalgia e introspezione nelle opere Realiste di Simonetta Secci La riflessione su se stessi, sulle proprie emozioni e sensazioni senza l’urgenza e l’impellenza del passato bensì con la libertà di un approccio più interiore e meno formale rispetto alla precedente tradizione artistica, è un percorso che intraprendono molti creativi contemporanei, ciascuno scegliendo il proprio personale linguaggio, più o meno implicito o criptico sulla base della propria personalità espressiva. La protagonista di oggi affronta il cammino introspettivo attraverso uno stile chiaro, manifesto, facilmente riconoscibile dall’osservatore che ritrova nei tratti conosciuti una parte delle sue stesse emozioni. A partire da fine Ottocento gli artisti cominciarono ad avvertire l’esigenza di distaccarsi dal formalismo spesso impersonale che contraddistingueva gli stili precedenti, cercando un modo per liberare quelle emozioni che dovevano fuoriuscire spesso in maniera persino irruenta, impetuosa; la sperimentazione dei Fauves prima e dell’Espressionismo poi condussero la manifestazione pittorica verso un livello differente, più attento alle pulsioni interiori che non potevano più essere trascurare o messe a tacere a vantaggio di un equilibrio puramente estetico, di un’armonia delle forme che però rischiava di apparire fredda e distaccata. Il percorso successivo a quella prima fase liberatoria espressa magistralmente dalle atmosfere cupe e distorte di Edvard Munch o da quelle irrequiete di Vincent Van Gogh, fu un’esplorazione più ampia, su piani descrittivi differenti che andavano dal mondo onirico e inquietante del Surrealismo all’approccio meditativo e silenzioso del Color Field di Mark Rothko, esponente dell’Espressionismo Astratto, fino a giungere lentamente nel corso del Ventesimo secolo alla consapevolezza che l’arte non può distaccarsi dall’emotività o dalla riflessione mentale perché è proprio quella connessione con l’interiorità a costituirne l’essenza stessa senza la quale l’osservatore si sentirebbe lontano da un’opera. Anche il Realismo, che tanto fu osteggiato dalle avanguardie del periodo a cavallo tra fine Ottocento e inizi Novecento, subì una sostanziale trasformazione e da stile che metteva l’estetica e la perfezione della forma al centro della sua linea base divenne un ulteriore mezzo per narrare i moti interiori in maniera diretta, limpida, senza filtri di distorsioni cromatiche e figurative, senza la necessità di evidenziare un enigma, un mistero o un incubo, per descrivere ciò che all’interno dell’animo umano, attraverso lo sguardo dell’artista, si liberava dai soggetti rappresentati. Dunque non più l’impellenza di lasciar fuoriuscire impetuosamente tutto ciò che era stato in precedenza trattenuto, non più la necessità di gridare forte per imporre un pensiero, un vigoroso tendere verso una realtà a lungo lasciata in disparte, bensì la serenità di essere coscienti della libertà acquisita di poter introdurre nel rinnovamento dello stile tutti quei moti interni che avvolgono l’esistenza e che viaggiano al fianco della quotidianità. È esattamente su questa modalità espressiva che si colloca lo stile pittorico di Simonetta Secci, artista di origini sarde trasferitasi in provincia di Torino da lungo tempo, e che fin da bambina sente quell’estro artistico che coltiva come hobby fino al momento in cui l’esigenza di dedicarsi a tempo pieno a qualcosa che la fa sentire davvero appagata non può più rimanere inascoltata. Il suo stile è Realista ma intriso di quell’atmosfera interiore, introspettiva che emerge dalle sue tele sotto forma di nostalgia, di innocenza, di delicatezza, di tutto quel ventaglio di sensazioni che avvolgono l’essere umano, che lo inducono a guardarsi dentro oppure semplicemente a vivere e assaporare gli eventi, così come sanno fare i bambini, soggetti spesso protagonisti delle sue opere. La Secci affronta temi complessi e sfaccettati dando un punto di vista poliedrico che può essere liberamente interpretato dall’osservatore sulla base delle sue personali sensazioni, del suo sentire basato sul percorso della sua esistenza, sulle esperienze vissute; le emozioni non traspaiono solo dai volti dei personaggi bensì anche dalle loro pose, dall’intensità dei gesti e persino dell’ambiente circostante che sembra compartecipare, porsi in accordo melodico generando un’atmosfera da cui il soggetto stesso non può prescindere in virtù di quell’istante magico colto dall’artista e che lega indissolubilmente gli oggetti e i contesti di sfondo ai protagonisti in primo piano. Nella tela Il sogno la bambina, nella sua innocenza e spontaneità, immagina se stessa da adulta, avvolta dalla medesima leggerezza e spensieratezza che contraddistingue la lei bambina, inconscia che molto spesso invece la realtà è differente, che il percorso di crescita induce a perdere un po’ della purezza fanciullesca per autodifendersi da un mondo meno empatico, meno aperto e sereno di quello infantile; la Secci riesce a infondere quel senso di candore nella bimba malgrado il suo volto non sia visibile se non di profilo eppure la connessione tra il contesto circostante e la sua posizione di gioco, di concentrazione sul benessere che le infonde la natura, riesce a lasciar trapelare le emozioni più profonde, quella filo diretto con il mondo dei sogni che appartiene a un’età in cui tutto è ancora bello, divertente, tutto è ancora da scoprire. Lo stesso tema si ripete nel dipinto Spensieratezza in cui l’artista narra di un momento di gioco, un istante in cui l’adulta, forse la mamma delle bambine che le corrono intorno, si lascia contagiare e coinvolgere dalla loro allegria, dal loro travolgente entusiasmo nel compiere delle azioni talmente semplici da risultare disarmanti; così la donna dimentica per un momento la contingenza e ritrova il contatto con la purezza della sua infanzia, lasciandosi andare, permettendo alla leggerezza, espressa dai palloncini che tiene in mano, di prendere il sopravvento. In queste opere si nasconde un messaggio della Secci, un’esortazione a non dimenticare mai il lato fanciullesco, a mantenere quella connessione con il bambino che è dentro ciascun essere umano perché è esattamente grazie a lui che è possibile ritrovare la serenità perduta all’interno della quotidianità, rendendo straordinari alcuni istanti che altrimenti rimarrebbero dettagli ordinari di una vita che scorre fin troppo rapidamente. In L’11 marzo 2020 Simonetta Secci affronta invece un tema attuale, un periodo buio della storia contemporanea, quello dopo il quale ogni cosa è cambiata, quello in cui la socialità, i contatti umani, la possibilità di uscire e incontrarsi, necessità innata nell’essere umano, è stata cancellata dall’obbligo al confinamento, alla necessità di dover restare in casa per salvaguardare la propria salute e quella dei propri cari. La donna protagonista guarda verso la finestra con timore ma al tempo stesso con il desiderio di uscire presto da quella gabbia dorata, di tornare a quella normalità strappata via da un nemico invisibile eppure tangibile; in quest’opera l’esterno costituisce non tanto la nostalgia quanto la speranza, l’opportunità che troppo spesso non è stata apprezzata perché vissuta come certezza acquisita, abitudine a una quotidianità che, a seguito dell’evento pandemico, ha accresciuto la sua importanza all’interno dell’esistenza inducendo la protagonista a desiderare ciò che in precedenza era semplicemente parte del vivere. E ancora, nella tela Ricordi in bianco e nero, lo stesso approccio malinconico viene affidato a un’anziana, appartenente a quella categoria che invece spesso si ritrova a dover trascorrere la maggior parte del tempo in casa, questo a prescindere da tutto ciò che è accaduto negli ultimi due anni della storia contemporanea, che non riesce a fare a meno di ricordare i momenti belli che hanno costellato la sua esistenza, quei frammenti di memoria, rappresentati dalla Secci con un’immagine in bianco e nero, che allietano il suo cammino verso la fine della vita. Ed è proprio in virtù di quei ricordi che riesce a sentirsi serena malgrado la solitudine e l’isolamento che contraddistingue il suo presente. Simonetta Secci ha al suo attivo molte mostre personali e collettive su tutto il territorio nazionale, ha sempre riscosso un grande successo di pubblico e ricevuto diversi premi da parte degli addetti ai lavori. Marta Lock (Critica a cura di Marta Lock, critico internazionale, dell’ 8 ottobre 2021, pubblicato su L’Opinionista – L’Angolo di Marta Lock) www.lopinionista.it/nostalgia-e-introspezione-nelle-opere-realiste-di-simonetta-secci-110435.html
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Potremmo definire quest’opera, “Pensiero Riflesso” di Simonetta Secci un autentico Inno alla Natura. Con una gestualità aristocratica e una meticolosa attenzione ai particolari, l’Artista trova la soluzione compositiva più felice nel descrivere questo magnifico paesaggio. La cromia è uno specchio fedele al “già” noto, al “già” percepito.A caratterizzare quest’opera è un’armonia segnica che attraverso la stesura del colore ripercorre quei labirinti dell’Anima in cui la psiche vaga alla ricerca della sua vera identità. Un’identità che Simonetta Secci ritrova in questo suo “Pensiero Riflesso”, una proiezione del poeticamente narrato, del bello che ripropone se stesso come abbandono del caos metropolitano. L’artista trova facilmente nella Natura la sua nuova dimora che è felice di accogliere i suoi ospiti. Quindi è anche ravvisabile un velato desiderio di ritorno alla semplicità, a uno stile di vita che si basa sull’armonia e sul rispetto tra gli esseri viventi e non sulla sopraffazione reciproca e l’indifferenza. L’artista si augura che inizi presto una nuova “Età dell’Oro”, spera in una salvezza futura per tutto il genere umano. Una pittura dai significati profondi che si allontana dalla semplice figurazione, per volgere lo sguardo verso questioni più importanti che meritano la giusta attenzione da parte dello spettatore. Un modo di intendere l’arte che è parallelo alla sua positiva visione dell’ordine naturale delle cose. Effetto Arte Attraverso le opere di Simonetta Secci si ha la sensazione di essere trasportati all’interno del Cantico dei Cantici. All’interno di quell’Eden celeste che prende il nome di Paradiso. Soffuse armonie compaiono sulla tela. La costa sarda si tinge dei colori dell’estate ed è rappresentata in tutta la sua bellezza. La collina indossa il suo manto e racconta la storia dell’autunno. Vere e proprie narrazioni quelle di Simonetta Secci. Narrazioni che con il loro fare silente ci raccontano una storia. L’istante non deve far altro che sapere ascoltare questo splendido racconto visivo. In silenzio e con grande concentrazione. La storia narrata è una vera e propria ode alla natura. Alla sua bellezza e alla sua grande armonia. Salvatore Russo “La Natura con i suoi linguaggi caratterizza l’Arte di Simonetta Secci. Parchi cromatici dal sapore soave. Boschi incantati che nascondono misteriosi segreti. Paesaggi che tendono verso il bello e al tempo stesso verso l’oblio. La rappresentazione è chiara. I sentimenti nascosti dietro ad essa meno evidenti. Ciò che si percepisce è una tranquillità dello spirito. Un’armonia nella quale annullare il proprio spirito e godere di ciò che di bello la Natura ci offre.” (Salvatore Russo – BOE’ Maggio/Giugno 2010) “Si allontana dal classicismo per avvicinarsi ad una ricchezza di linguaggio artistico e armonia piuttosto personali. Paesaggi ricchi di colore spesso materico, arricchiti da una tecnica a spatola, racchiudono una carica sensuale” (Corriere dell’Arte di Torino – 2 Aprile 2010) I colori delle opere di Simonetta Secci sono delicati, i paesaggi sereni, il tratto è morbido e talora appena accennato, sufficiente a formare l'immagine nei suoi essenziali, il resto viene integrato a livello psico-visivo nel sistema mente-cervello di chi osserva. Tutto nelle opere di Simonetta Secci è rivolto alla semplicità, che non è povertà di idee o scarsità di tecnica ma ricerca solo di ciò che serve per un'espressione pittorica composta e garbata che disseta lo sguardo (F.Lucertini, febbraio 2011)
UNA PARTITURA MUSICALE - UN'INTENSA ESPRESSIVITÀ "L'espressività" presente nell'arte della pittrice ha un forte potenziale e a tal proposito desidero porre una citazione di Emil Cioran, noto metafisico: "Esprimere è salvarsi, anche se si pongono accenni. L'espressione è tutto, è vista anche come terapia". Tale citazione si avvicina molto all'arte della pittrice, in quanto l'espressività pittorica le permette di creare un linguaggio personale, singolare. La sua ricerca artistica si pone aldilà dell'essenzialità creando emozioni, suggestioni, idee che il mondo le suggerisce; le tematiche dell'universo pittorico spaziano seguendo un'impostazione a tratti verista e creando un mondo culturale piuttosto libero. La sua arte maggiormente figurativa è caratterizzata da contenuti profondi che colpiscono il profano e ovviamente chi possiede il senso dell'arte. Il "senso pittorico" aderisce alla realtà ricrea paesaggi naturali ed esprime la gioia e l'estasi trasmessi proprio dalla natura paesaggistica e dalla figura. L'artista si pone in ascolto della natura e dopo aver idealmente socchiuso gli occhi, crea le sue opere avvalendosi di pennellate uniche. La natura e i paesaggi diventano oggetto di un'importante rappresentazione pittorica: ogni volta che si cerca di carpire l'emozione che nasce da un suo quadro, si può notare un interessante pathos sublime.(critica a cura di Silvia Ferrara pubblicata sul suo blog "Visioni D'Arte" Gennaio 2017) http://visionidarte.blogspot.it/2017/01/una-partitura- musicale.htm UN'INTENSA URGENZA INTERIORE - UN'ENERGIA PITTORICA DIROMPENTE Una nota citazione del famoso Osho Rajneesh descrive a mio parere in modo appropriato l’evoluzione artistica e “stilistica”della poliedrica Simonetta Secci: “La gente deve guardarsi negli occhi, tenersi per mano, cercare di trattenere l’energia dell’altro”. Tale aforisma pone in evidenza come il mondo pittorico della Secci sia animato da una personale “urgenza interiore”, di creare opere che sono presenti già nel suo animo. Simonetta Secci nasce ad Oristano e risiede a Sant’Antonino di Susa, in provincia di Torino: fin da piccola emerge la sua passione per l’Arte e attraverso i preziosi insegnamenti del Maestro Gianni Sesia della Merla, poco alla volta si delinea il suo percorso pittorico. Le sue partecipazioni ad eventi di notevole rilievo sono molte e proprio per porre in risalto il suo più recente periodo espositivo desidero citare l’evento “Ars Incognita 2017”, “Vette d’Arte ’18-‘19” presso Casa Olimpia di Sestriere e Art Games ’19 presso la struttura storica del Lingotto. Durante la Rassegna internazionale "Vette d'Arte 2019" a Sestriere Simonetta Secci con grande soddisfazione e onore consegue un importante premio alla Carriera. Recentemente ha anche partecipato alla "II Biennale di Gattinara" (Vc), riscuotendo un notevole successo. Per cogliere appieno il mondo pittorico di Simonetta Secci, occorre socchiudere un po’ gli occhi e avvicinarsi alle sue opere con naturalezza cercando di “percepirne la freschezza, il profumo delle "vibrazioni cromatiche”. Dunque l’importanza dei tocchi di colore è paragonabile ad una ricerca artistica emozionante e delicata: ciò che appare è una nota positiva e innovativa dell’artista e il desiderio di una comunicazione vangoghiana aldilà di ogni percorso visibile." .(critica a cura di Silvia Ferrara pubblicata sul suo blog "Visioni D'Arte" Giugno 2019 https://visionidarte.blogspot.com/2019/06/unintensa- urgenza-interiore.htmll Orizzonti Contemporanei – maggio 2020 recensione di Marisa Daffara all’opera “La Gentilezza” “Dotata di forte personalità artistica, Simonetta Secci propone una produzione dall’intenso impatto cromatico che è la prima caratteristica a colpire il fruitore. Colori intensi e accortamente accostati danno vita a opere opulente e magnetiche. Superata la prima fase visiva, ci si addentra alla scoperta dei particolari che caratterizzano le sue tele: prati rigogliosi di fiori, cieli intensi e variegati, notturni misteriosi, figure femminili, bimbi e animali, da cui sprigiona comunque una sottile magia. Infatti, pur nella fedeltà dei soggetti rappresentati, essi appaiono sospesi in una dimensione in cui il tempo e il luogo non hanno rilevanza e lasciano all'osservatore la libertà di immedesimazione. Le caratteristiche fino a ora esposte rendono l’intero corpus pittorico personale, autentico ed immediatamente identificabile. L’originalità e la personalità di un artista non sono sempre scontate e quando si incontra chi, oltre alla preparazione tecnica, le possiede come in questo caso, non si può che apprezzarle con rispetto e ammirazione” (Marisa Daffara). Turgore e fulgore cromatico nell’arte di Simonetta Secci Gli intendimenti artistici di Simonetta Secci si appalesano come delle vere e proprie allocuzioni tonali all’interno delle quali la gestazione e la gestione delle cromie ricoprono un ruolo di indiscussa preminenza. Muovendosi con disinvoltura nell’ambito di moduli afferenti da una figurazione dalla modulazione classica, spaziando da paesaggi contraddistinti da marcate e robuste declinazioni tonali a figure femminili dall’indiscussa valenza aforismatica, l’artista di origini sarde ma operante in Piemonte da diversi anni, predilige affidare alla spatola e ai pennelli la forza materica e lucente del colore, elevandolo al rango di protagonista delle sue opere alla stregua del soggetto preso in esame. Una volta mossi i primi passi sotto l’egida formativa dell’alto magistero di Gianni Sesia della Merla, Simonetta Secci ha dato vita nel corso degli anni a dipinti capaci di giuntare nella loro resa (facendoli coesistere armonicamente) riferimenti evenemenziali e concetti dalla squisita matrice poetico- spirituale, dove sogno, evocazione, ricordo, nostalgia e leggenda si integrano, talvolta contestualizzati in scenari in cui la definizione spaziotemporale ricopre un ruolo secondario. Detentrice di un qualificante palmarès, fra cui la partecipazione (sempre dopo rigorosa selezione) per tre edizioni consecutive alla Rassegna Artistica Internazionale “Vette d’Arte” a Sestriere, alla II Edizione della “Biennale di Gattinara” a Villa Paolotti, alla Rassegna Artistica Internazionale “Armonie Candelesi” presso la Sala degli Affreschi del Comune di Candelo, alla V Edizione di “XMas Comics”, alla XXV Edizione di “Torino Comics”, un suo pezzo dal titolo Refrigerio estivo è stato scelto come sineddoche dell’arte del presente e pubblicato sul Calendario Artistico 2019 di Orizzonti Contemporanei – Alhena Editore per il bimestre di Luglio-Agosto, così come il dipinto Malinconica attesa (esposto presso il Mausoleo della Bela Rosin di Torino ed insignito del 5° Premio nell’ambito del contest internazionale “Orizzonti d’Arte”) è stato individuato per illustrare la copertina della silloge “Attendere chiare notti” rilasciata dal poeta Paolo Androne per i tipi di Alhena Editore, a conferma del pervadente “fil rouge” che lega le scansioni iconografiche della Secci ad una visione artistica dalla matrice rarefatta e colloquiante “ab interiore” per quanto attiene ai contenuti, ma nel contempo fortemente ancorata a moduli iconografici dall’immediata leggibilità per ciò che attiene gli stilemi esecutori. Enzo Nasillo Critico d’arte Presidente di Orizzonti Contemporanei https://www.orizzonticontemporanei.it/index.php/arte/artisti/ 146-turgore-e-fulgore-cromatico-nell-arte-di-simonetta-secci
Nostalgia e introspezione nelle opere Realiste di Simonetta Secci La riflessione su se stessi, sulle proprie emozioni e sensazioni senza l’urgenza e l’impellenza del passato bensì con la libertà di un approccio più interiore e meno formale rispetto alla precedente tradizione artistica, è un percorso che intraprendono molti creativi contemporanei, ciascuno scegliendo il proprio personale linguaggio, più o meno implicito o criptico sulla base della propria personalità espressiva. La protagonista di oggi affronta il cammino introspettivo attraverso uno stile chiaro, manifesto, facilmente riconoscibile dall’osservatore che ritrova nei tratti conosciuti una parte delle sue stesse emozioni. A partire da fine Ottocento gli artisti cominciarono ad avvertire l’esigenza di distaccarsi dal formalismo spesso impersonale che contraddistingueva gli stili precedenti, cercando un modo per liberare quelle emozioni che dovevano fuoriuscire spesso in maniera persino irruenta, impetuosa; la sperimentazione dei Fauves prima e dell’Espressionismo poi condussero la manifestazione pittorica verso un livello differente, più attento alle pulsioni interiori che non potevano più essere trascurare o messe a tacere a vantaggio di un equilibrio puramente estetico, di un’armonia delle forme che però rischiava di apparire fredda e distaccata. Il percorso successivo a quella prima fase liberatoria espressa magistralmente dalle atmosfere cupe e distorte di Edvard Munch o da quelle irrequiete di Vincent Van Gogh, fu un’esplorazione più ampia, su piani descrittivi differenti che andavano dal mondo onirico e inquietante del Surrealismo all’approccio meditativo e silenzioso del Color Field di Mark Rothko, esponente dell’Espressionismo Astratto, fino a giungere lentamente nel corso del Ventesimo secolo alla consapevolezza che l’arte non può distaccarsi dall’emotività o dalla riflessione mentale perché è proprio quella connessione con l’interiorità a costituirne l’essenza stessa senza la quale l’osservatore si sentirebbe lontano da un’opera. Anche il Realismo, che tanto fu osteggiato dalle avanguardie del periodo a cavallo tra fine Ottocento e inizi Novecento, subì una sostanziale trasformazione e da stile che metteva l’estetica e la perfezione della forma al centro della sua linea base divenne un ulteriore mezzo per narrare i moti interiori in maniera diretta, limpida, senza filtri di distorsioni cromatiche e figurative, senza la necessità di evidenziare un enigma, un mistero o un incubo, per descrivere ciò che all’interno dell’animo umano, attraverso lo sguardo dell’artista, si liberava dai soggetti rappresentati. Dunque non più l’impellenza di lasciar fuoriuscire impetuosamente tutto ciò che era stato in precedenza trattenuto, non più la necessità di gridare forte per imporre un pensiero, un vigoroso tendere verso una realtà a lungo lasciata in disparte, bensì la serenità di essere coscienti della libertà acquisita di poter introdurre nel rinnovamento dello stile tutti quei moti interni che avvolgono l’esistenza e che viaggiano al fianco della quotidianità. È esattamente su questa modalità espressiva che si colloca lo stile pittorico di Simonetta Secci, artista di origini sarde trasferitasi in provincia di Torino da lungo tempo, e che fin da bambina sente quell’estro artistico che coltiva come hobby fino al momento in cui l’esigenza di dedicarsi a tempo pieno a qualcosa che la fa sentire davvero appagata non può più rimanere inascoltata. Il suo stile è Realista ma intriso di quell’atmosfera interiore, introspettiva che emerge dalle sue tele sotto forma di nostalgia, di innocenza, di delicatezza, di tutto quel ventaglio di sensazioni che avvolgono l’essere umano, che lo inducono a guardarsi dentro oppure semplicemente a vivere e assaporare gli eventi, così come sanno fare i bambini, soggetti spesso protagonisti delle sue opere. La Secci affronta temi complessi e sfaccettati dando un punto di vista poliedrico che può essere liberamente interpretato dall’osservatore sulla base delle sue personali sensazioni, del suo sentire basato sul percorso della sua esistenza, sulle esperienze vissute; le emozioni non traspaiono solo dai volti dei personaggi bensì anche dalle loro pose, dall’intensità dei gesti e persino dell’ambiente circostante che sembra compartecipare, porsi in accordo melodico generando un’atmosfera da cui il soggetto stesso non può prescindere in virtù di quell’istante magico colto dall’artista e che lega indissolubilmente gli oggetti e i contesti di sfondo ai protagonisti in primo piano. Nella tela Il sogno la bambina, nella sua innocenza e spontaneità, immagina se stessa da adulta, avvolta dalla medesima leggerezza e spensieratezza che contraddistingue la lei bambina, inconscia che molto spesso invece la realtà è differente, che il percorso di crescita induce a perdere un po’ della purezza fanciullesca per autodifendersi da un mondo meno empatico, meno aperto e sereno di quello infantile; la Secci riesce a infondere quel senso di candore nella bimba malgrado il suo volto non sia visibile se non di profilo eppure la connessione tra il contesto circostante e la sua posizione di gioco, di concentrazione sul benessere che le infonde la natura, riesce a lasciar trapelare le emozioni più profonde, quella filo diretto con il mondo dei sogni che appartiene a un’età in cui tutto è ancora bello, divertente, tutto è ancora da scoprire. Lo stesso tema si ripete nel dipinto Spensieratezza in cui l’artista narra di un momento di gioco, un istante in cui l’adulta, forse la mamma delle bambine che le corrono intorno, si lascia contagiare e coinvolgere dalla loro allegria, dal loro travolgente entusiasmo nel compiere delle azioni talmente semplici da risultare disarmanti; così la donna dimentica per un momento la contingenza e ritrova il contatto con la purezza della sua infanzia, lasciandosi andare, permettendo alla leggerezza, espressa dai palloncini che tiene in mano, di prendere il sopravvento. In queste opere si nasconde un messaggio della Secci, un’esortazione a non dimenticare mai il lato fanciullesco, a mantenere quella connessione con il bambino che è dentro ciascun essere umano perché è esattamente grazie a lui che è possibile ritrovare la serenità perduta all’interno della quotidianità, rendendo straordinari alcuni istanti che altrimenti rimarrebbero dettagli ordinari di una vita che scorre fin troppo rapidamente. In L’11 marzo 2020 Simonetta Secci affronta invece un tema attuale, un periodo buio della storia contemporanea, quello dopo il quale ogni cosa è cambiata, quello in cui la socialità, i contatti umani, la possibilità di uscire e incontrarsi, necessità innata nell’essere umano, è stata cancellata dall’obbligo al confinamento, alla necessità di dover restare in casa per salvaguardare la propria salute e quella dei propri cari. La donna protagonista guarda verso la finestra con timore ma al tempo stesso con il desiderio di uscire presto da quella gabbia dorata, di tornare a quella normalità strappata via da un nemico invisibile eppure tangibile; in quest’opera l’esterno costituisce non tanto la nostalgia quanto la speranza, l’opportunità che troppo spesso non è stata apprezzata perché vissuta come certezza acquisita, abitudine a una quotidianità che, a seguito dell’evento pandemico, ha accresciuto la sua importanza all’interno dell’esistenza inducendo la protagonista a desiderare ciò che in precedenza era semplicemente parte del vivere. E ancora, nella tela Ricordi in bianco e nero, lo stesso approccio malinconico viene affidato a un’anziana, appartenente a quella categoria che invece spesso si ritrova a dover trascorrere la maggior parte del tempo in casa, questo a prescindere da tutto ciò che è accaduto negli ultimi due anni della storia contemporanea, che non riesce a fare a meno di ricordare i momenti belli che hanno costellato la sua esistenza, quei frammenti di memoria, rappresentati dalla Secci con un’immagine in bianco e nero, che allietano il suo cammino verso la fine della vita. Ed è proprio in virtù di quei ricordi che riesce a sentirsi serena malgrado la solitudine e l’isolamento che contraddistingue il suo presente. Simonetta Secci ha al suo attivo molte mostre personali e collettive su tutto il territorio nazionale, ha sempre riscosso un grande successo di pubblico e ricevuto diversi premi da parte degli addetti ai lavori. Marta Lock (Critica a cura di Marta Lock, critico internazionale, dell’ 8 ottobre 2021, pubblicato su L’Opinionista L’Angolo di Marta Lock) w w w . l o p i n i o n i s t a . i t / n o s t a l g i a - e - i n t r o s p e z i o n e - n e l l e - o p e r e - realiste-di-simonetta-secci-110435.html